Skip to main content

Dagli scarti dei tessuti le scarpe sostenibili che fanno bene all’ambiente

20 Luglio 2023

Una piccola realtà della provincia di Udine, la Re49, utilizza materiale riciclato dagli scarti di produzione per le scarpe.

Dagli scarti delle scarpe a nuove calzature completamente sostenibili. Dalle rimanenze di magazzino di tessuti e microfibre ad un’edizione limitata da indossare, che si preannuncia unica nel loro genere. Nasce in Friuli Venezia Giulia il nuovo esempio di economia circolare applicato alla moda.

Utilizzando il materiale riciclato dagli scarti di produzione, una piccola realtà della provincia di Udine, la Re49, nata nel 1949 e a cui il pronipote del fondatore, Nicola Masolini, sta dando questa nuova veste di modernità, sono nate le calzature in microfribra Dinamica, prodotta dal colosso industriale giapponese Asahi Kasei.

Materiale che viene tinto e rifinito da Miko, altra azienda della stessa regione con sede a Gorizia, prima di diventare tomaia.  Le scarpe vengono così realizzate utilizzando materiale riciclato, attraverso un processo che sfrutta l’azione dell’acqua ad alta pressione e senza l’utilizzo di solventi organici.

Gli scarti dalle lavorazioni

L’elemento innovativo che rende unica la microfibra è la sua circolarità estesa, che arriva dagli scarti di lavorazione inizialmente destinati agli interni delle automobili di alta gamma, con cui Miko collabora. Il risultato del processo è questa capsule in edizione limitata firmata Re49.

Un ulteriore particolarità è rappresentata dall’NFT associato alla collezione, che ne certifica l’origine e le fasi di produzione. Sotto il logo destro di ciascuna calzatura si trova un codice che consente, avvicinando lo smartphone, di aprire un pop up dal quale si accede alla sua storia certificata in blockchain.

“Siamo molto fieri di collaborare con Re49 ad un progetto unico nel suo genere. Il nostro obiettivo è far conoscere ed esportare questo modello di business friulano anche al di fuori dell’Italia perché rappresenta un’ulteriore opportunità di sviluppo sostenibile. Il mondo dell’auto, specialmente per il settore tessile dedicato alla realizzazione delle finiture di interni, genera obsolescenze che, in parte, vengono inviate alle discariche terminando così il loro ciclo di vita. Il nostro modello di business basato sull’utilizzo di materiale obsoleto contribuisce ad uno sviluppo sostenibile, creando valore ed aiutando l’ambiente”, dichiara Lorenzo Terraneo, ceo di Miko.